lunedì 31 gennaio 2011

Teste di razzo


Mike Allred è un autore da prendere o lasciare. Impossibile restare tiepidi di fronte ai suoi viaggioni dal respiro lisergico e volutamente vintage: o lo si ama perdutamente, o lo si odia a morte. Questo valeva per Madman, la sua personalissima rilettura del mito postmoderno degli eroi in calzamaglia. E vale a maggior ragione per Red Rocket 7, un'epopea che sembra uscita dalle pagine di Frigidaire inizio anni 80, e che arriva sugli scaffali nella bella edizione di Bao Publishing. Sotto la cover quadrotta da quarantacinque giri c'è una saga cosmica a quarantotto piste che mixa le ansie cosmogoniche del Kirby intorno ai primi Anni 70 con la storia del Rock dai Beatles agli Oasis, l'estetica streamline del retrofuturismo con il pupazzettismo alieno di Lucas e Palumbo, le "stranezze spaziali" di David Bowie con l'on the road estremo di Chuck Palahniuk. Una mappazza, però divertente salutare e spericolata come un giro sull'ottovolante, una sorta di esperienza sensoriale che lascia storditi e goduti, e ha tutti i numeri per piacere anche a chi normalmente non legge i fumetti. Diciassette euro da cacciare a cuor leggero. E pazienza se nella sterminata galleria rock disegnata da Allred il prog viene liquidato in una vignetta coi Jethro Tull, e per Zappa non c'è neanche quella: come dicevo più su, i gusti son gusti.
Dieci, cento, mille volte meglio dell'accozzaglia di strisce sui Quattro di Liverpool appena pubblicata dalla Skira (quello sì un oggetto di arredamento senza benza né coerenza): nel dubbio, non c'è partita.

giovedì 27 gennaio 2011

Zombie alla diavola


Funzionerebbe a meraviglia su rivista, Gli zombi che divorarono il mondo della strana coppia Jerry Frissen e Guy Davis: stampato bel grosso e frullato insieme ad altri odori/sapori, il mix humour surreale/melanconia/horror/fantascienza molto fransébelgic di queste short stories farebbe faville, come le pizzette su un banco aperitivi. Ma se invece di spizzicare ci si abbuffa, come succede con i due volumi appena sfornati da Saldapress, il rischio è quello di satollarsi troppo e troppo in fretta. Capita, con i divertissement. Anche nel fumetto, ci sono casi in cui tocca distinguere fra indispensabile e superfluo. E questo prodottino degli Umanoidi Associati rientra appunto nel superfluo: una lettura leggera, piacevole, friccicosa, ma troppo speziata per convincere fino in fondo, perché le spezie soffocano tutto il resto.
Da prendere a piccole dosi: un assaggino prima di dormire basta e avanza.

27/01/11



Mi ricordo Art Spiegelman.

lunedì 24 gennaio 2011

Magnus opus


E finalmente Alan Ford è arrivato al numero cinquecento.
Si va be' lo so che ultimamente insomma, però tocca mettersi una mano sul cuore e sganciarli 'sti sei euri.
A questo giro, l'editoriale del noster-semper-noster sa di buono. È un Max ecumenico come ai bei tempi -azzardo: addirittura affettuoso - quello che celebra l'avvenimento annunciando ai lettori il prosieguo della collana. È un Max umano quello che ammette che in quaranta e rotti anni di vita una testata attraversa fasi più felici e altre un po' meno. E fatta salva la storia epocale ma non troppo annunciata in cover, i disegni di Perucca dimostrano un amore e un affiatamento con il bestiario partorito da Magnus & Bunker che alla fine la lacrimuccia ci scappa.
E dunque, comprare.