giovedì 4 giugno 2015

Il cavallo di ferro del west

Su Fury si sta anche in tre
Più Band of Brothers o The Pacific che non Salvate il soldato Ryan questo Fury di David Ayer. Una variazione sulla guerra brutta sporca e desaturata portata al cinema da Fuller nei 70' e rilanciata da Steven Spielberg vent'anni dopo. E un remake sotto mentite spoglie del bellissimo e claustrofobico U-Boot 96 di Wolfgang Petersen, con l'abitacolo di uno Sherman a fare le veci del ventre umido di un sommergibile. Luoghi comuni in abbondanza nella scrittura dei personaggi, con la soldataglia indurita dalla guerra alle prese con la burba appena arrivata al fronte. E una sorprendente, cieca determinazione nel cancellare dall'orizzonte il nemico, che come in Black Hawk Down (o nelle scene di massa degli ultimi episodi di Il Trono di Spade…) diventa magma ostile, pura malvagità, carne da cannone nell'accezione più letterale del termine. Così, le parti migliori del film sono quelle di pura filosofia visiva, come la fulminante, brutale apertura dove la guerra è ridotta alla sua forma più astratta, o i momenti dove è sublimata in pura attesa, nel mostro incombente come un lupo alla porta. Virtuosismi umani, che sfruttano al meglio una sporca quasi mezza dozzina perfettamente in parte e fanno ben sperare per l'imminente Suicide Squad. Ecco, se proprio proprio di papà Steven mancano il seme del dubbio, la vigliaccheria, il terrore della morte che pervade allo stesso tempo vittime e carnefici. Ma Fury è un film a tesi, e la tesi è che à la guerre come à la guerre.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

E'il caso che qualcuno si tuffi nelle nebbie terrigene kirbyche e ne riemerga con il potere metaumano del puro buon senso e prenda il signor Pitt x la collottola e gli dica di piantarla di promuovere con il suo carisma storie in cui è da solo o con una sporca quasi mezza dozzina contro un magmatico qualcosa che alla fin fine non è un nemico con un nome ed un cognome ed una faccia come la mia , non che la mia sia come quella di Brad, così che tutto sommato quando e se il suo pubblico che è poi Il Pubblico si trovi davanti ad un cinegiornale, prima di un film di Brad contro un magma di qualcosa, di cui riesca a digerire l'eroica avanzata delle ns truppe contro il magma indefinito di kosi senza biglietto x il
3D .
Ho capito che era un ceffo pericoloso quando l'ho visto derubare Geena Davis tanti anni fa e condannare lei e Susie Sarandon a saltare nel vuoto inseguite dal Kattivo Tenente Keitel.
Kattivo !