giovedì 24 aprile 2014

Leonardo di carpio

Noi siamo figli delle stelle

Da Vinci's Demens, seconda stagione.
Stesse cazzatone della prima, della quale non si poteva non dire tutto il male possibile, e infatti modestamente lo dissimo. Ma a questo giro, meno, ehm, aderenza storica e più cazzeggio: invece di una versione più camp de I Borgia - ma si può essere più camp de I Borgia? - ne esce un feuilleton cappa e spada assolutamente maccosa ma di discreta sapidità, con sentori di Zagor, Cimino/Scarpa e Matteo Renzi. Finalmente affrancato dal confronto con il Mito, Tom Riley/Leonardo accumula mossette e travestimenti à la Johnny Depp, surfandosi in souplesse gli why e i because di una trama che frulla un 10% di fatti storici, un 10% di cospirazionismo esoterico e un 80% di stilemi fifties, coi rinascimentesi che inciuciano con i Conti di Monteminchia, le spade bilama i sommergibili a pedali gli aztechi e tutto il cocuzzaro. Ascolti in calo, almeno negli Usa, almeno per ora. Volendo, si potrebbe rimediare con una theme song postuma di Ivan Graziani: Nel Dementoverso, egli è vivo e lotta insieme a noi. Sapevatelo.

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