martedì 12 febbraio 2008
Una vita in punta di penna
Ai tempi d’oro dell’underground Made in Italy, le vignette di Angese non mi dicevano granché. Forse perché le trovavo troppo soft per sghignazzarci su. Mentre Paz Scòz e Tamburo infierivano sullo status quo a colpi di operai “col cazzinculo® incorporato”, suore masticande col pallino del blow-job e androidi pedofili, lui giocava di sponda, affrontando i personaggi più biechi della prima repubblica con un approccio quasi disneyano. In più, diciamolo, Paz, Scòz e Tamburo disegnavano molto meglio. Il che era un grosso problema, almeno per il me stesso di un quarto di secolo fa.
Ora Angese ha raggiunto molti protagonisti di quella stagione irripetibile nella grande redazione celeste. Il suo grande amico Jacopo Fo, un altro che ai tempi mi faceva un po’ cagher, gli ha dedicato un bellissimo post sul suo sito ufficiale Angese.it. Un "clic" da quelle parti ci vuole. Perché da quel post e da quel sito salta fuori un uomo che ha scelto di andarsene con lo stesso stile con cui ha vissuto e lavorato: Con grande dolcezza, e in punta di penna. Non è da tutti.
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1 commento:
Sì, concordo. Una brutta perdita davvero.
Ci consoliamo con Vauro?
;-)
Fab
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