A, E, I, O, U |
Allo svolgimento ci ha pensato forse l'unico regista italiano che I/abbia le basi, come si dice, II/vanti in repertorio almeno un film fantastico e III/coltivi un minimo sindacale di ambizioni action. Gabriele Salvatores ne esce con una pellicola non sempre smagliante, che sarebbe stato davvero troppo, ma non priva di suggestioni.
La via casereccia al superhero movie passa attraverso una rilettura minimale ed esistenziale del canone dei super-eroi con super-problemi di Stan Lee. Fantascienza pura (ragazzini che leggono, e addirittura fumetti!). Location di confine già intraviste fra Come Dio Comanda ed Educazione siberiana. Cattivi a metà fra la morfologia della fiaba di Karl Propp e la subletteratura (non solo) americana degli Anni 50 e 60. E i super-poteri come metafora scopertissima del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, con i primi turbamenti cardio-inguinali, madri da sfanculare, padri da uccidere, orchi da sconfiggere e principesse da conquistare ça va sans dire in tutina fetish.
La sceneggiatura for dummies degli autori italiani di In Treatment è un po' vecchia scuola ma prodiga di colpi di scena e strizzate d'occhio da distribuire fra padri e figli, con qualche buco nel bilanciamento dei toni fra dramma commedia e appunto azione ma va be'. Aurea mediocritas nel cast e negli effetti, a volte un pelo fuori registro ma tutto sommato funzionali alla trama. Per i miracoli tocca attrezzarsi, ma nel frattempo ci portiamo a casa un film di genere sui generis 100% italiano, addirittura da abbinare al fumetto e al romanzo ora in uscita. Secondo episodio scaramanticamente già in preproduzione. Sarà vera gloria transmediale? Chissà. Un po' c'è da sperarci.
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