giovedì 2 luglio 2009

Ku Klux Club


Gran bella cosa, il razzismo. Quando le cose vanno bene, può diventare un'ottima scusa per sciacquarsi la coscienza con un po' di carità pelosa. Quando invece vanno male, è un'arma sociale formidabile. Perché offre ottime occasioni per scaricare le tensioni tutte interne di una crisi endemica su un nemico esterno. Cosa che lo rende funzionale alle strategie di una destra spregiudicata e moralmente ignobile.
Prendiamo il caso di Milano. La Lega e il Pdl hanno preso possesso della città dall'inizio degli Anni 90, vincendo le elezioni a man bassa a suon di sparate securitarie contro immigrazione e marginalità. Con un po' di malizia, si potrebbe pensare che la Milano africana di cui alle sparate elettorali del nostro premier sia stata una manna per il centrodestra: più rom, albanesi e maomettani brutti sporchi e cattivi si presentano alle frontiere padane, più la gente si sbilancia su chi predica purghe e soluzioni radicali. L'importante è continuare ad alimentarele braci dell'odio promettendo mirabilie, ma stando ben attenti a conservare il degrado. Una politica di accoglienza seria potrebbe cambiare le cose, favorendo l'integrazione, l'occupazione e la crescita del tessuto sociale: ma gridare "mamma li turchi" è più utile e più spiccio. Quindi, avanti così.
Il decreto sicurezza approvato ieri dal parlamento, oltre che incostituzionale, è inutile: nessuno si aspetta davvero che le forze dell'ordine riescano a far fronte ai guasti che la clandestinità porta con sé. Neanche con l'insostituibile apporto delle ronde pagane. O di provvedimenti apertamente razzisti come il divieto di iscrivere i neonati venuti al mondo in Italia da genitori clandestini all'anagrafe. Però la sicurezza tanto sbandierata da papi Silvio farà felici tutti quelli che sono razzisti "di panza". Per scelta, per necessità, per ignoranza, per errore. E porterà altra acqua al mulino del Ku Klux Club.

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