giovedì 7 giugno 2007
Da solo
Il bello di lavorare nell’editoria è che non ti annoi mai. Il brutto, che a volte ti capita di lavorare per mesi su un progetto in cui dai tutto te stesso, correggendo, limando e aggiustando fino alla nausea e oltre, per poi vederlo spiaggiarsi tipo medusa molliccia morta causa totale disinteresse del target di riferimento.
Prendiamo le riviste a fumetti per ragazzi, uno dei miei storici ambiti di lotta e di governo. In giro ce n’è pochine, quindi in teoria lo spazio per qualche “nuova proposta” dovrebbe esserci. Per esempio, il progetto cui ho partecipato negli ultimi dodici mesi insieme o in concorrenza con la crèm de la crèm dell’olimpo del gotha dell’ambiente della letteratura disegnata.
L’idea era di lanciare un masso nel placido stagno delle testate "gggiovani". Roba che, se fosse andata, ricchi premi e cotillons. Grandi autori, grandi personaggi, grandi storie. Roba da andare in giro a tirarsela per anni.
Qualche settimana fa, l’editore ha testato i diversi progetti prodotti dai vari team di lavoro su un campione rappresentativo di "kids".
Dire che è andata male è un eufemismo.
La società di ricerca dice che i risultati sono stati largamente inferiori alle peggiori aspettative, e che forse è meglio fermarsi qui.
L’editore sta valutando il da farsi.
O il da non farsi, che forse è meglio.
Io, per distrarmi, sto rileggendo i risultati di una ricerca Nielsen secondo cui i ragazzini dedicano alla lettura il quattro per cento del loro tempo libero.
Tradotto in minuti, fa circa una decina al giorno.
Allora i fumetti me li leggo da solo, ecco. Così imparate.
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2 commenti:
andrea, voglio leggerlo anch'io il fumetto snobbato dai "kids"! che brutta generazione quella dei bambini di oggi, comunque...
Fra le proposte del caso c'era anche materiale Johnny DC... quindi probabilmente l'hai già letto...
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