martedì 19 gennaio 2016

Macho e Orso



L'avesse firmato Mel Gibson, Revenant-Il redivivo, tutti subito giù a dargli del grandguignolesco zozzone, del misogino criptochecca, del Milius de' noantri. Per fortuna, l'ha girato l'autore di tanti film magari non sempre perfettamente a registro ma comunque memorabili come Amores Perros, Babel o Birdman. E se quest'ultimo ci aveva convinto che un uomo potesse volare, Revenant-Il redivivo ci riporta giù, sulla terra, a strisciare fra neve, fango e torrenti ghiacciati, come in un cammino di penitenza schiacciato da tutte le ossessioni del regista - l'indissolubilità dei legami familiari, la condizione umana come faticosa lotta per la sopravvivenza, il sogno come rifugio e come condanna, l'ossessione per una meta irraggiungibile... Il limite del film sta nella sua ansia di essere altro e di più rispetto a quello che effettivamente è, cioè un onesto remake revisionista del revisionista Uomo bianco, va' col tuo Dio (1971), a sua volta ispirato all'odissea autentica del trapper Hugh Glass, ridotto in fin di vita da un grizzly dalle parti del 1820, mollato dai compagni e costretto a sorbirmi una interminabile traversata del deserto per riuscire a salvare la pellaccia. Al netto delle parentesi messianiche e documentaristiche, il film sarebbe bellissimo, con un incipit fulminante in quanto ad azione e brutalità e un finale rotondo, giustamente enfatico, degno del l'arco narrativo che precede. Ma le citazioni dello Jodorowsky di Santa Sangre e dal Kurosawa di Dersu Uzala e i momenti contemplativi suonano forzati, il montaggio ha sul gobbo una ventina di minuti di troppo e Tom Hardy si magna Di Caprio con il suo Fitzgerald, un personaggio che pare il fratello vigliacco e subdolo del Bill the Butcher di Gangs of New York. Ciò detto, siamo comunque di fronte a un signor film, che dovesse portarsi a casa qualche statuetta non ci sarebbe proprio niente di male, anzi.
Sarà che i franse' ci fanno la figura degli stronzi, e qualunque film in cui i franse' fanno la fig. degli stronzi è un mezzo capolavoro in automatico.

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