lunedì 16 marzo 2015
Croci e delizie
E insomma, che Robert Kirkman sia il golden boy del fumetto a stelle e strisce non è una novità.
Che in tempi di inquietudine l'horror spopoli, nemmeno.
Ci si chiedeva, semmai, se uno che ha costruito la sua fortuna sulla carne marcescente di un'apocalisse zombie costruita sugli stilemi sessantottini di George A. Romero fosse in grado di ripetere il boom con quelli solo poco meno stagionati di William Friedkin.
Perché, stringi stringi, Outcast questo è: il nuovo esercizio di stile del Re Mida dei comic book a partire da L'esorcista.
Trattandosi di una serie, è impossibile spremere un'opinione esaustiva dalle prime sessantaquattro tavole di ciccia. Qualche indizio sulla bontà del prodotto, però, c'è: personaggi solidi, stratificati, forieri di chiaroscuri molto Coen Bros. (è il West Virginia, bellezza, Brianza velenosa yankee quindi). Un disegno che per sintesi, economia ed efficacia rimanda al Mazzucchelli commerciale (sic) di Batman e Devil; e il talento di Kirkman per le trame vischiose costruite seminando indizi come briciole lungo un sentiero che è quello affascinante e impervio delle fiabe oscure. Un prodotto dichiaratamente sotto la cintura in tematiche come violenza domestica e spiritualità, sorprendentemente bilanciato nelle atmosfere, piacevolmente intorcinato nel plot,
Ma fa davvero cacare sotto, il nuovo horror della Saldapress? Qui il discorso si fa più sfumato. Perché sì, l'inquietudine serpenteggia qua e là e soprattutto durante l'esorcismo disegnato magnificamente che costituisce il piatto forte del primo volume, disponibile al miserabile prezzo di lancio di un euro. Ma in mancanza di un arco narrativo compiuto, a fine corsa la testa prende il sopravvento sullo stomaco e si finisce per ritrovarsi appesi allo stile allusivo dello sceneggiatore, alla promessa di fatti di là da venire, a intrighi nerissimi ancora tutti da approfondire. Terrore puro, invece, la periodicità bimestrale: ogni continua nel prossimo numero è roba da padre Amorth. Maledetti serial maledetti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
E' davvero possibile fare paura con un fumetto ? Ricordo l'inquietudine di un paio di quei raccontini che chiudevano gli albi spillati a 64 pagine della Editoriale Corno : 1) un ladro ed assassino scappa dalla pula, si nasconde nella villetta di alcune trepide vecchiette che in realtà sono streghe e lo bolliscono nel loro calderone 2) un ladro scalzo nel solito Messico da fumetto colpisce sulla zucca un tale, gli ruba gli stivali, è arrestato xchè un testimone ricorda solo gli stivali di un tale assassino ed è impiccato mentre protesta la sua innocenza " xchè nessuno ascolta un ladro scalzo ", ma avevo 40 anni di meno.
Oggi cinico signore di mezz'età che non teme nemmeno il tabasco sulle pappardelle al sugo di pistacchio e nocciole, del bonellide dei Saldatori temo solo il lettering micidiale che farebbe di uno sniper come Bullseye o Deadshot un innocuo Mr Magoo.
Posta un commento