martedì 3 aprile 2012
Belva cazzata
Quattrocento e rotte pagine in due giorni sono un bel leggere, non c'è che dire.
E passi che sul lavoro tocca documentarsi.
E che certi capitoli di Le belve contino tipo tre righe. Che i romanzi non vanno mica a peso. e a volte anche il vuoto serve a raccontare.
Dopodiché, stavolta Winslow delude davvero. Perché Le belve è mestiere e niente altro. Una marchetta messa in piedi in fretta e furia per fare cassa sul prossimo film di Oliver Stone. Un Il potere del cane for dummies che dell'originale non riesce a evocare né la ricchezza né la coralità né il respiro epico né i colori da grande affresco criminale, ma solo lo humour nerissimo che qui però diventa fastidioso birignao, un po' come nell'ultimo Palahniuk. E quando si arriva alla resa dei conti, non resta addosso niente, nemmeno la polvere del deserto. Gradevole fuffa, perfetta come accompagnamento per le sedute sul WC ma n.b. quelle meno impegnative, gli spostamenti casa-ufficio-casa o quei momenti che proprio non sai che cazzo fare, ti senti irrequieto e cià che ci leggiamo qualcosa. Ma per scatenare un'orchestrina tejano nello stomaco serve ben altro, hombres.
A 19,50 narcodollari da Einaudi. E no, Winslow non vola mai in economica, quindi prima di mettersi in viaggio meglio pensarci bene.
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6 commenti:
Sì che vola in economica :)
Io ho trovato solo "L'inverno di Frankie Machine".
E attendo inutilmente da un annetto buono "La lingua del fuoco", figuriamoci "Le belve"...
Palahniuk è diventato il bersaglio preferito di tanti che lo accusano di manierismo, quasi fosse un Vasari sotto cui riposa una combo di Lansdale, 'Melo Bene, ed il Richard Harris in Robin & Marian.
Sta diventando un problema per quanti tra noi si nascondono dietro quel nom de plume. Altro che Wu Ming o Luther Coso eccetera. Il colpo di genio è stato il cognome. Quasi nessuno riesce a scriverlo in modo corretto al primo colpo. Idem per Sienkiewicz e Rosenzweig. Considerata la naturale tendenza a battere dove il dente duole, i tre sono tra i nomi + cliccati in rete. Nessuno o quasi cercava, per esempio, il mio amico Mario Monti che ha trovato un geniale escamotage per essere sulla bocca di tutti, ma sto divagando e non è da me.
Dicevo di Chuck. Per essere onesti, l'idea è partita da Flavio Caroli che non si è mai ripreso dalla sua antica frequentaz della Factory ( '' Prendiamo un tizio con un volto iconico e devastato alla Iggy Pop, ideale per i readings , e appiccichiamolo ad un think tank di scrittori che desiderino arrotondare '' ) e ci ha subito intrigato. Diciamocela tutta: ormai Sex and The City si scriveva da sola e occupava poco del ns tempo. Bob D'Agostino ci lavorava 15 minuti alla settimana perchè '' Samantha è senza subconscio, come il Lupin III migliore, quando è scritta bene e non ci vuole una gran scienza a metterla in carreggiata ''.
Non ci crederai, ma il concept di Fight Club è una idea di Cris Malgioglio e non di Lorenzo Branchetti ( Il Milo Cotogno della Melevisione ) come alcuni sostengono. Larry ha scritto, quasi per intero, Ninna Nanna. Mm.
Forse è arrivato x lui il momento di recitare altrove...
Non appena si assesteranno le vendite delle edizioni della collana Stile Libero, sono ragionevolmente certo che anche gli altri titoli migreranno insieme a L'inverno di Frankie Machine e La pattuglia dell'alba (appena uscito).
"Satori", pubblicato da Bompiani, è già a 10.90 da un pochetto.
"Pattuglia" già in economica? Non eccezionale ma più che suff.
"Satori" non ho avuto il piacere. Vale il prezzo del biglietto?
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