Prima di cadere fulminato dalla bellezza ciccia calda ambrata e corvina del centroamerica, come tutte le persone di gusto, fui pazzo per l'Irlanda. Impossibile non amare L'isola di smeraldo, le sue colline teletubbiche, la birra tiepida servita nei pub intorno a St. Stephens Green, e poi Dun Laoghaire, il DART, i maglioni dell'isola di Aran con tutti i loro ghirigori, quell'inglese così rotondo e strascicato, quel gaelico così alieno, le spiagge di Brittas Bay (sprecate, però. Un freddo della Madonna), il Mary Rose Cafè e i suoi deliziosi tramezzini al salmone fumè... impossibile dimenticare la visita alla sede del Sinn Fein, e quell'unica puntata mordi e fuggi nell'Ulster militarizzato, con le camionette e i soldati inglesi sempre all'occhio e tutti quei murales, anche quelli grigi neri sbiroli e chiazzati d'ansia.
Impossibile dimenticare Bobby Sands.
Ne parla oggi un film di Steve McQueen, il regista di Shame. Il suo primo film, che vale davvero la pena di andare a vedere, non foss'eltro che per Michael Fassbender, uno che ultimamente riesce a metter d'accordo tutti, anche e soprattutto le signore.
Poi, però, tutti insieme a bere una Harp ovunque abbiano una Harp. Sláinte!
venerdì 27 aprile 2012
Mi ricordo Bobby Sands
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Quando ero piccolo ( sento montare il coro '' tutti mi scherzavano/ per le dimensioni del mio pene '' ), avevo preso una posizione dogmatica e acritica e non tolleravo McQueen perchè
'' era sempre uguale a se stesso sia che saltasse i reticolati nazi con la moto sia che consigliasse alla tizia di Love Story di non grattarsi per evitare infezioni una volta ruzzolati nella rumenta per sfuggire alle birbe ''. Erano gli anni settanta/ottanta , perbacco, e c'era spazio solo per tizi con talento di camaleonte che in un film erano tassisti vigilantes, in un altro mobsters ed in altro ancora pugili sfasciati. Steve non ha fatto film per 30 anni ,forse per colpa di gente come me che non aveva capito la potenza della sua maschera e sono contento che ora sia un regista di successo.
Oggi ricorre il centenario della nascita di Renato Rascel, autore crepascolare ante litteram
( '' fate i cadetti ? me ne fate due ? grazie ! '' ) e la vedova ha lamentato il silenzio assordante intorno alla data.
Io ricordo una serata al DeAmicis ( cinema d'essays chiuso da tempo ndr ) in cui l'evento era la copia restaurata del Cappotto di Gogol con uno straordinario e drammatico Ranucci. McQueen era tra il pubblico e sorpresi un paio di lucciconi nei suoi occhi di simpatica canaglia mai doma.
Oggi probabilmente ha le rughe e lo sguardo per un remake. Non si può essere sempre Bullit. Ed esistono altri modi di essere un loser che non facciano rima con Fracchia. Fassbender sarebbe perfetto nel ruolo del collega che gli fa uno scherzo, sorprende sul suo volto una espressione che lo richiama alla Fratellanza Universale e , da quel momento, diventa una persona migliore.
Uno di quei film da vedere su un seggiolino pieghevole, in teak, e scomodo come un accessorio confessionale in un cinema tascabile...
Io al De Amicis ci andavo solo dietro minacce di morte. Unica gioia in una vita di rassegne rassegnatissime, la maratone del cinema espressionista: mi scappava, e ho fatto un salto nel gabinetto del Dott. Caligarisssss di fantozziana memoria.
Come dice il mio buon amico e compagno nel mattone Mau Costanzo '' la vita è una serie di appuntamenti mancati ''.
Io ho passato una domenica incollato al seggiolino per una maratona su Stone ed i suoi figli ( nah, non si chiamava Turok, Son of the Stone ma paz ), ma ricordo una serata in cui ero febbricitante e reduce da una di quelle corvees di lavoretti precari, che allora erano risorsa degli studenti ed oggi sono l'ultima fermata delle risorse precarie, di fronte a Solaris. Un mio amico era paz x il cinema russo. La mia temperatura era tale che l'unica cosa a restarmi impressa fu la somiglianza tra il protagonista e Paolo Villaggio !
Posta un commento